Caprarola, il sogno farnesiano
Tra i monti Cimini, baciata dal primo sole, fresca in estate è mite in inverno, a parte qualche giornata particolarmente rigida, Caprarola ha molte cose da vedere monumenti, chiese, ma anche una natura rigogliosa tra secolari boschi, noccioleti e castagneti.
Tutto il territorio di Caprarola è ricco di reperti più o meno importanti che testimoniano la presenza umana pressoché ininterrottamente, come i resti di un villaggio preistorico in cima a monte Venere o la presenza etrusca praticamente ovunque nel circondario, anche se a Caprarola non è mai stata trovata una prova inconfutabile della loro presenza.
Tuttavia, l’emissario sotterraneo del lago di Vico sembra proprio realizzato dagli Etruschi, proverbiali ingegneri idraulici, i quali avrebbero avuto interesse a sfruttare l’acqua del lago per irrigare i campi a valle. Anche il centro storico di Caprarola potrebbe essere stato un insediamento etrusco, visto che ha tutte le caratteristiche tipiche; un pianoro inaccessibile fiancheggiato da due torrenti.
Le loro tombe scavate sul banco di tufo dove sorge il borgo potrebbero aver perso la fisionomia tipica a causa del loro riadattamento in epoca alto medievale per abitazioni rupestri, ricoveri di animali, cantine.
Tutto il banco tufaceo su cui sorge oggi Caprarola è, infatti, un ripetersi interminabile di cunicoli, cantine, magazzini, stalle disposti su più livelli per tutta l’altezza del banco di tufo.
Un po’ di storia
A parte le supposizioni, Caprarola fu un villaggio di pastori e di allevamenti di capre che iniziò a prendere forma nel medioevo,
intorno al XI sec. Il villaggio sorgeva su uno sperone tufaceo e viste le scorrerie di tiranni, che si contendevano i feudi della zona, i caprolatti si costruirono una rocca a protezione del paese.
Nel 1275 gli Orsini acquistarono il feudo di Caprarola, ma poco dopo vennero cacciati dai Di Vico, famosi e temuti per la loro potenza e crudeltà. Durante il passaggio del card. Albornoz nel 1352, mentre ristabiliva il potere della Chiesa sulle proprie terre, i Di Vico vennero cacciati e la loro rocca distrutta.
Il paese venne affidato dalla Chiesa agli Anguillara nel 1370, ma da li a poco tempo i Di Vico ritornarono cacciando a loro volta gli Anguillara. Iniziò un interminabile periodo di terrore per il paese che si vide ora dominato da una ora dall’altra famiglia.
Successivamente, nel 1431, il card. Giovanni Vitelleschi incaricato da papa Eugenio IV di ristabilire l’ordine ed il potere della Chiesa, punì duramente i feudatari ribelli di questa zona e rase al suolo altri castelli dei Di Vico.
Se per un verso i Di Vico erano noti per prepotenza e crudeltà non meno poteva dirsi del loro persecutore, infatti il Vitelleshi catturò Giacomo Di Vico, ed i tre figli, nel loro castello di Vetralla e li imprigionò nella rocca di Soriano dove Giacomo venne decapitato.
La guerra contro i Di Vico durò a lungo, finché Paolo II fece espropriare gli Anguillara di tutte le rocche, compresa Caprarola, mettendo fine alle rappresaglie.
Il periodo farnesiano
Caprarola passò poi in mano ai Della Rovere Riario fino al 1516, quando il card. Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, la ricevette in vicariato per i suoi figli Pier Luigi e Ranuccio Farnese.
Da qui il destino di Caprarola cambia totalmente, da piccolo borgo di agricoltori, anche se ambita meta turistica, diventa oggetto di desiderio per il card. Alessandro Farnese il vecchio che stava scalando la carriera ecclesiastica.
Lui non perse tempo, chiamò Antonio da Sangallo il giovane e lo incaricò di redigere un progetto per una fortezza… non un castello inespugnabile ma fortezza ma rappresentativa, un simbolo di forza, di potere politico ed economico, del resto i Farnese, benché di tradizione militare, erano abilissimi nella comunicazione, e la costruzione di una fortezza di grande avrebbe dato l’idea del progetto farnesiano.
Il sogno farnesiano inizia qui, con i lavori per una fortezza pentagonale ma non per molto perché nel 1534 Alessandro viene finalmente eletto Papa Paolo III, una nomina che aspettava da tempo e che era sicurissimo che sarebbe arrivata, quindi bloccò i lavori per qualcosa di più importante… riunire i feudi di famiglia, già numerosi, con altri che avrebbe scelto tra quelli strategici e costituire il Ducato di Castro.
Paolo III nominò duca di Castro suo figlio Pier Luigi ed i Farnese divennero tanto ricchi e potenti da accattivarsi molti nemici tra cui Ferrante Gonzaga, colui che assoldò i sicari che uccisero Pier Luigi nel palazzo di Piacenza.
Dopo l’uccisione di Pier Luigi, il figlio Alessandro si ritirò a Caprarola per dimenticare la morte del padre e per sua meraviglia trovò un luogo tranquillo e salubre.
Decise di riprendere i lavori alla costruzione iniziata da suo nonno Paolo III e nel 1559, su progetto di Giacomo Barozzi, detto il Vignola, iniziarono i lavori dell’imponente Palazzo Farnese, definito la più grande opera del tardo rinascimento.
Dopo il periodo di splendore iniziò il declino dei Farnese, Castro venne distrutta dalle armate di Innocenzo X e tutti i possedimenti del ducato vennero incamerati dalla Camera Apostolica. Il paese subì un forte calo demografico a causa della povertà cui era ridotto costringendo alcuni ribelli al brigantaggio, alimentato dal passaggio della via Cassia, frequentata da ricche carrozze.
Nacque un detto secondo il quale in questo paese piantavano fagioli e nascevano briganti. Caprarola è famosa anche per la grande produzione di nocciole, con le quali si preparano dolci tradizionali, tozzetti, amaretti, pampepati, da cui la spettacolare “sagra della nocciola”.
Dal 1982 è stata istituita la Riserva Naturale Lago di Vico, importante area protetta a tutela di un ecosistema prezioso e straordinario.
Caprarola ha una luce meravigliosa ed un clima salubre, non troppo lontano da Roma e… neanche troppo vicina.
Sarà per questo che Alessandro Farnese il vecchio la scelse per costruirci una sua residenza di rappresentanza
Cosa vedere a Caprarola
Palazzo Farnese: con la costruzione di questa grandiosa opera, realizzata in soli 27 anni, si avviò una serie di lavori per adattare l’assetto urbano alle esigenze architettoniche del palazzo, abbattendo alcuni edifici per costruire ponti ed una inconsueta via diritta che avrebbe attraversato il centro abitato, dai piedi del paese fino al piazzale del palazzo. Per la ricchezza del materiale vi rimandiamo alle pubblicazioni dedicate al Palazzo Farnese >>.
Chiesa di S. Michele Arcangelo: fu costruita intorno al 1300 contemporaneamente al castello Anguillara (oggi palazzo Riario). Quasi completamente distrutta da un incendio, venne ricostruita nel 1870.
Chiesa di S. Teresa: venne eretta nella sua imponente mole nel XVI sec. ed arricchita del convento dei Carmelitani. La meravigliosa facciata precede un interno ricco di opere importanti, alcuni affreschi di Guido Reni, il ritratto di Odoardo Farnese.
Apertura: tutti i giorni ore 5:30 – 12:00, 16:00 – 18:30 (si consiglia sempre contattare prima il convento, tel. 0761 646013
Chiesa S. Rocco: è del XVI sec., fu arricchita del convento nell’attiguo palazzo Gheradi oggi sede del Comune. Adibita a Sacrario dei Caduti, conserva l’altare maggiore originale ed i laterali a stucchi ed il particolare soffitto a cassettoni decorato.
Chiesa di S. Marco: eretta nel XVI sec., fu successivamente arricchita del convento delle Agostiniane.
Chiesa di S. Maria: è del XII sec., la sua abside venne incastonata nel moncone del mastio del castello dei Di Vico.
Chiesa di S. Maria della Consolazione: eretta dai Farnese nel XVI sec. Presenta un meravigliosa porta in legno completamente intagliata. Conserva opere importanti tra cui un effige della madonna del XI sec., l’altare maggiore in legno intagliato e decorato ed un meraviglio soffitto a cassettoni decorato in oro.
Per la visita rivolgersi al Parroco1 .
Palazzo Riario: fu costruito dagli Anguillara nel breve periodo di dominio. Prese il nome dei Riario, vicari a Caprarola nel 1504.
Scuderie del Palazzo Farnese: imponente edificio costruito su disegno del Vignola.
Nel XVI sec. era adibito a stalle, oggi, completamente ristrutturato, ospita alcuni uffici e sale per convegni, attività culturali ed un centro congressi.
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Altre info su Caprarola
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Prodotti Tipici di Caprarola
Caprarola è il regno della Nocciola DOP, famosa per la sua crema di nocciole, i tradizionali dolcetti. Altri prodotti tipici di Caprarola sono le famose castagne dei monti Cimini, l’olio della Tuscia, extra vergine di Oliva.
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Bibliografia
Petrucci G. e Guidoni E., Caprarola
Vecchi M., Caprarola Il Sogno Farnesiano
Mascagna S., di Mascagna D. e Laudazi N., Caprarola ed il Palazzo Farnese
Vecchi M. e Cimetta P., Il palazzo Farnese di Caprarola
I Farnese, dalla Tuscia Romana alle corti d’Europa, ( vari autori)
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