La Via Amerina
La Via Amerina è una spettacolare via realizzata nel III sec. a.C., per collegare Roma all’Umbria lungo la quale ancora oggi persistono preziose testimonianze archeologiche.
E’ una meta turistica da non perdere, suggestiva ed emozionante che interessa vari comuni.
Si distacca dalla Via Cassia nei pressi della Valle del Baccano, a Campagnano, la così detta mansio ad Vacanas, e prosegue in direzione Nepet (Nepi), Falerii (Civita Castellana) Fescennium, (Corchiano), Gallese, Vasanello e Horta (Orte), che rappresenta il tratto che attraversa la tuscia, o la provincia di Viterbo,
Da Orte prosegue per Ameria (Amelia in Umbria), e poi verso Todi, poi Perugia, Gubbio, Luceoli.
Il primo tratto, dalla mansio Ad Vacanas, è praticamente percorribile a piedi lungo tutto il tracciato nonostante qualche difficoltà di attraversamento di strade statali trafficate.
Noi abbiamo percorso il tratto dalla provinciale SS31, tra Nepi e Civita Castellana. Si prende la strada sterrata e si segue il tracciato ben visibile lungo il quale si trovano tombe scavate nel banco di tufo che fiancheggia il sentiero, poi antichi tratti di mura, un ponte, alcune tombe monumentali.
Poi si scende nella forra attraversata dal torrente Rio Maggiore per risalire dall’altra parte.
Salendo s’incontrano numerose tombe di notevole importanza tra cui la tomba della regina. Raggiunto il pianoro si cambia dimensione… siamo nel Cavo degli Zucchi, una spettacolare via dei defunti, un sepolcreto esteso a destra e a sinistra del meraviglioso basolato originale della Via Amerina.
L’effetto scenografico è davvero sorprendente accentuato da una natura spettacolare che fanno salire l’emozione. E non potrebbe essere diversamente, visto che si sta percorrendo una strada realizzata nel III sec. a.C. ed un cimitero romano.
Prendetevi tutto il tempo, non c’è fretta.
Più avanti, se siete allenati, ed avete considerato il tempo per il ritorno, si può raggiungere l’antica città di Falerii Novi, III sec. a.C., circondata da un’alta cinta muraria. Seguendo la Via Amerina, il basolato finisce e la strada diventa sterrata e poi asfaltata. Si supera l’abitato “Parco Falisco” e seguendo le indicazioni si raggiunge Falerii Novi.
Ci sarebbe da vedere la bella chiesa cistercense di Santa Maria in Falleri, XII sec., ma solo esternamente perché è aperta alle visite solo la domenica e solo in alcuni periodi dell’anno.
Eventualmente, per rendere l’escursione meno impegnativa, si può percorrere un tratto alla volta. Sicuramente la parte più importante è quella di Falerii Novi e Cavo degli Zucchi
La via Amerina è una destinazione per tutti i turisti, anche per le famiglie con bambini perché un tratto è semplice e molto agevole, anche se è bene tenere i piccolo sott’occhio.
Un’altra parte, invece, quella che scende nel fiume, è più impegnativa ed è consigliabile ad escursionisti o comunque adulti pratici.
Gli Scavi
Tra i secoli XIX e XX numerosi rilevamenti e scavi sono stati effettuati dall’Istituto Britannico fino a Puntone del Ponte (insediamento falisco situato tra Corchiano e Gallese/Vasanello). Dal 1973 al 1985 l’archeologo T. Potter ha condotto altre ricerche nei dintorni di Nepi, sull’antico abitato di Narce, che sorgeva lungo l’Amerina, e sulla domusculta Capracorum, un insediamento rurale, poi fortificato, fondato da papa Adriano I intorno all’anno 780 poco a nord dell’attuale paese di Formello.
Gli scavi, da parte del Gruppo Archeologico Romano, sono iniziati dal 1983 ed hanno interessato le località di San Lorenzo, Tre Ponti, Cavo degli Zucchi, Falerii Novi.
Ecco apparire l’antico basolato ancora intatto, perfettamente mantenuto a dispetto dei secoli trascorsi. Ai bordi, la necropoli con infinite sepolture comprese tra il II sec. a.C. ed il IV d.C., alcune delle quali incredibilmente non profanate.
Visite Guidate sulla Via Amerina e al Cavo degli Zucchi
Contatta le Guide Ufficiali per Viterbo e la Tuscia
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Tel 0761 647044, 327 3984629
www.guideviterbo.com
Da vedere nei dintorni
Falerii Novi e la Chiesa di S. Maria in Falleri,
Fabrica di Roma
Civita Castellana, il Forte Sangallo ed il Museo dell’Agro Falisco, il Duomo cosmatesco
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