Nepi, città delle acque
Nel castello di Lucrezia Borgia, sul burrone di Nepi, l’antica città delle terme dei Gracchi, famosa anche per le sue acque minerali e purificanti e per le presenze etrusche. Meta turistica interessante.
Nepi, è un caratteristico borgo che offre molte cose da vedere al turista ma anche al ricercatore e all’appassionato. Si trova a 220 mt sul livello del mare, dista 37 km a sud da Viterbo e conta circa 9.600 abitanti.
Il territorio circostante è pressoché pianeggiante con dolci colline ma solcato profondamente dalle famose “forre”, i canyon della Tuscia, in parte formati dalle potenti colate laviche ed in parte da millenni di dilavamenti.
Il vulcano Cimino, ed il vulcano Vicano hanno modellato la Tuscia con intense attività eruttive che hanno depositato su tutto il territorio della provincia di Viterbo enormi quantità di tufo rosso, giallo ed il famoso peperino. Grazie al comprensorio vulcanico, alla ricchezza delle acque, il territorio è particolarmente fertile.
La caratteristica di Nepi, come buona parte dei centri della Tuscia, è di essere arroccato su un pianoro tufaceo a punta, la cosiddetta forma di prua ed è circondato da profonde forre.
Il centro storico di Nepi conserva bei Palazzi in stile vignolesco e un elegante Palazzo comunale e un imponente acquedotto fatto di alte arcate su due ordini
Un po’ di storia
Nepi visse un periodo di grande splendore con gli Etruschi, protetta da profondi burroni, un terreno fertile e tanta acqua necessaria alla produzione agricola e non solo. Il territorio di Nepet si trovava sul confine con il territorio dei Falisci, una civiltà molto simile agli Etruschi ma collocata in un’area circoscritta tra le porte di Roma ed i monti Cimini e tra la riva del Tevere ed i monti Sabatini.
Il Periodo etrusco
Tra Etruschi c’era molta affinità e spesso si allearono per resistere a Roma, quindi è plausibile che qui ci sia stata una compresenza. Nepi era un avamposto importante per gli Etruschi, ed aveva il compito di proteggere i confini così come pure Sutri. Tito Livio le descrisse così «Claustra Etruriae» e «Antemuralis Etruriae» proprio per l’importanza strategica di questi due antichi insediamenti. A nulla valsero le fortificazioni né le alleanze.
I Romani passarono e conquistarono Civita Castellana, Nepi, Sutri e una dopo l’altra tutte le città dell’Etruria.
Dopo la conquista dei Romani Nepi, come tutto il territorio, visse un periodo florido fino alla caduta dell’impero romano. Poi arrivarono i periodi bui delle invasioni barbariche e bisognerà attendere il medioevo per ristabilire una degna entità del castrum.
La città, in parte distrutta, riprese a vivere, ma nei secoli dovette inginocchiarsi più volte alle invasione di Barbari e tiranni, fino quando venne costruita la grande rocca nel 1499 da Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI.
Il periodo dei Borgia
Alessandro VI Borgia diede incarico ad Antonio Sangallo il vecchio di costruire la sua rocca intorno all’antico castello fece rinforzare le mura perimetrali e quando i lavori vennero quasi completati affidò il feudo a sua figlia Lucrezia Borgia ma non per molto.
Avido di potere e ricchezza, papa Borgia annulla il matrimonio della figlia con Giovanni Sforza, accusandolo di impotenza, per farla risposare con Alfonso D’Aragona, sicuramente un miglior partito, visto che era figlio del re di Napoli, seppur illegittimo.
Dopo un breve periodo a Nepi Lucrezia dovette lasciare Nepi perché suo padre, il Papa, fece uccidere il genero Alfonso niente di meno che da Cesare, fratello di Lucrezia.
Questo fu il clima in casa Borgia, intrighi, complotti, tradimenti, ricatti, con l’unico scopo di aumentare il proprio potere. Lucrezia abbandonò Nepi e suo padre il Papa cedette la città ad Ascanio Sforza per sdebitarsi di averlo aiutato a diventare Papa.
Il periodo di calma e di pace durò finché Alessandro VI rimase alla guida della S. Sede, ma, con la nomina di Leone X, le cose, come ad ogni sostituzione di papa, cambiarono notevolmente.
Il nuovo duca della città, nominato da Leone X, creò non pochi malcontenti tra i cittadini, infatti venne più volte cacciato.
Il nuovo periodo di splendore arrivò nel 1534, con la nomina a papa Paolo III del card. Alessandro Farnese e nel 1537 venne eretta a ducato insieme al ducato di Castro, uno Stato indipendente sotto l’unica guida dei Farnese.
Come in tutti i loro feudi vennero apportate notevoli migliorie e poiché i Farnese si avvalevano di un illustre architetto i lavori vennero affidati ad Antonio Sangallo il giovane.
Egli rinforzò anche le mura perimetrali su cui campeggia lo stemma farnesiano di Paolo III. La città fu abbellita con una nuova urbanistica e venne iniziata la costruzione del Palazzo Comunale. e continuò la sua serenità.
Nel 1798, con l’assedio dei Francesi, vennero distrutte parte delle meraviglie di Nepi, tra cui il Duomo e la Rocca. Molte vennero ricostruite, ma la rocca venne abbandonata fino ai nostri giorni ad una lunga agonia.
Fortunatamente, negli ultimi anni, è stata messa in sicurezza e destinata ad eventi e spettacoli.
Cosa vedere a Nepi
Palazzo Comunale, edificio del XVI sec., periodo in cui i Farnese diedero incarico ad Antonio da Sangallo il Giovane, coadiuvato dal fratello minore Battista, di progettarlo e di iniziare i lavori nel 1542.
La maestosa facciata ospita la suggestiva fontana, attribuita al Bernini per la raffinatezza delle opere scultoree.
La Rocca Borgia, maestosa costruzione fatta ricostruire nel 1499 su disegno di Antonio Sangallo il Vecchio per conto di Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI
Qui visse brevemente la figlia del papa Borgia, Lucrezia.
Le sue imponenti mura costeggiano il vecchio centro abitato raggiungibile da un ponte levatoio dall’ingresso nord-ovest del paese. Abbandonato per un lungo periodo rimangono in piedi le mura perimetrali e le ripartizioni maestre interne oltre a due torri.
Duomo, interessante e maestosa costruzione già esistente in epoca romana, ma profondamente modificata nei secoli successivi. L’interno a ben cinque navate, conserva importanti opere di varie epoche tra cui una statua di S. Romano, opera del Bernini, il trittico del S. Salvatore di Giulio Romano ed ed una meravigliosa cripta composta da nove piccole navate con tre absidi del XI sec.
Chiesa di S. Tolomeo
Le mura perimetrali
L’antico borgo medievale
Antiquarium
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Prodotti Tipici di Nepi
Nepi è famoso per la produzione di ortaggi che vengono coltivati nei grandi orti. In particolare, Nepi è famoso per la “cipolla di Nepi”.
Qui si producono anche nocciole, olio della Tuscia, extra vergine di oliva DOP.
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