Riserva Naturale del Lamone
Affascinante, selvaggia, intrigante, la Riserva Naturale del Lamone si estende in una zona aspra, impervia a nord ovest della provincia di Viterbo, tutta da vedere e da scoprire sia sotto l’aspetto naturalistico, storico ed archeologico.
La zona fu abitata già dal XI sec. a.C., ma il periodo più intenso va dal 2500, al 1900 a.C., con testimonianze interessanti, tra cui le necropoli di Palombaro e Naviglione.
Gli insediamenti sono più frequenti nella Selva del Lamone, dove sono stati rinvenuti resti di abitati protetti da alte mura perimetrali: Crostoletto, Strompia, Roccoia, Valderico, Casali e Rofalco, mentre all’esterno quelli di Sorgenti di Nova, con una superficie di tombe estesa su 12 ettari. In epoca romana era sotto la guida di Statonia, la cui origine, secondo alcuni, derivava dal primo villaggio palafittico rinvenuto sul lago di Mezzano o, più probabilmente, dalla vicina città di Castro. La Selva del Lamone si estende già appena fuori dal paese di Farnese, in direzione Manciano.
Seguendo le indicazioni si raggiunge la Selva del Lamone, una vera e propria selva assai impervia che si estende per chilometri dal cratere del lago di Mezzano verso il mare, ed è attraversata solo da una strada sterrata.
La Riserva del Lamone si estende per quasi 2.300 ettari. La fitta ed impenetrabile vegetazione è costituita prevalentemente da piccoli alberi di cerro e di farnia ed il sottobosco è quasi completamente ricoperto dalle “murce”, grandi pietra di varie dimensioni ammassate fra loro. Le pietre sono massi basaltici vulcanici, depositati nell’ultima fase della lunga attività vulcanica del vulcano di Latera, 170 mila 55 mila anni fa, sovrapponendosi sulle precedenti colate laviche identificabili sul fondo del fiume Olpeta e dei suoi confluenti.
Anche se l’uomo ha disboscato nei secoli piccole aree destinate alla coltivazione, ed oggi oramai abbandonate, esistono delle aree ancora incontaminate dove l’uomo non ha potuto arrivare con il taglio del bosco. In queste zone è possibile trovare esemplari secolari, non solo di quercia, entità dominante, ma anche di faggi, seppur l’altitudine e il clima siano decisamente ostili per quest’albero che trova il suo habitat ideale oltre gli 700 metri di altitudine.
Anche il Leccio, soprattutto nella parte nord della Selva, è presente con esemplari secolari.
Durante le vostre escursioni scoprirete una ricca varietà vegetazionale, soprattutto delle entità di dimensioni minori come varie specie di orchidee selvatiche, ciclamini, gigli di S.Giovanni, garofani, anemoni, bucaneve, caprifoglio, digitali, etc.
Nel periodo autunnale, si diffondono numerosissime specie fungine, molte commestibili, ma tante altre velenose. La fitta boscaglia e le radure che la costeggiano favoriscono la vita di molti animali, uccelli e mammiferi tra cui la volpe, la martora, la faina, il raro gatto selvatico e numerosissimo il cinghiale.
Assente da anni il cervo, mentre occasionalmente è possibile avvistare il capriolo. Numerosi specie di piccoli mammiferi abitano le cavità degli alberi o nel terreno.
L’avifauna è caratterizzata da specie comuni ma anche da alcune più importanti quali i rapaci diurni (poiana, gheppio, sparviero, biancone) e i rapaci notturni tra cui il raro gufo reale, il più grande delle specie con una apertura alare di 150 cm.
L’ambiente è particolarmente suggestivo per escursioni e passeggiate, ma è consigliabile comunicare al Centro Visite la vostra presenza nella Riserva.
Informazioni:
Ufficio della Riserva Naturale del Lamone, Farnese Tel. 0761 458861
Visite Guidate alla Riserva del Lamone
per le visite guidate contatta le Guide Viterbo, guide ufficiali per Viterbo e la Tuscia
Tel 0761 647044, 327 3984629
www.guideviterbo.com
Prodotti tipici del Lamone
Qui si producono salumi, formaggi, olio della Tuscia DOP,
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