I 10 borghi più belli della Tuscia
I 10 borghi più belli della Tuscia che abbiamo selezionato per la tua vacanza, un week end o per una fuga di un giorno.
Di borghi veramente belli in provincia di Viterbo ce ne sono davvero tanti, si ha solo l’imbarazzo della scelta. Potrete scegliere i borghi tra i monti Cimini, in altura, tra castagneti, noccioleti e boschi secolari. Oppure i borghi di tufo rosso nella terra degli Etruschi, i borghi della Teverina che si affacciano sulla valle del Fiume Tevere, i borghi intorno al lago di Bolsena, quelli della misteriosa terra dei Falisci o addirittura quelli vicino alla costa tirrenica.
Insomma, uno meglio di un’altro, ognuno con una propria peculiarità, è per questo abbiamo selezionato per voi i dieci borghi più belli della Tuscia da vedere assolutamente.
Civita di Bagnoregio, la città che muore
Civita è uno dei borghi più conosciuti e visitati, si trova in cima ad un alto colle isolato da tutto il resto.
Si staglia con il suo profilo su una grande valle di calanchi che in alcune ore della giornata si accendono con la luce radente del sole. Romantico, con le case di tufo rosso, stradine, scale e balconi addobbati di fiori. Potevamo non inserirlo tra i 10 borghi più belli della Tuscia?
Ci si arriva a piedi e questo lo rende un borgo da favola. Si parcheggia sul colle di fronte a Civita e poi si scende nella valle per prendere il lungo e stretto ponte che sale dritto all’antico borgo di Civita di Bagnoregio.
Passeggiando tra i vicoli si scorgono angoli davvero suggestivi che riportano indietro nel medioevo, anche se la sua storia risale agli Etruschi. Quando ci si affaccia dai punti panoramici, con le pareti a strapiombo sulla valle, si avverte una forza mistica, sinuosi calanchi di una bellezza che toglie il fiato.
Per maggiori informazioni consultate la pagina dedicata a Civita di Bagnoregio >>
Caprarola, capolavoro tardo rinascimentale
Un borgo tagliato a metà da una via dritta in salita che conduce ad un gioiello che tutto il mondo ci invidia, Villa Farnese di Caprarola.
Dapprima un borgo medievale, forse costruito su un insediamento etrusco, con tanto di castello e torri. Poi, nel ‘500, divenne il sogno farnesiano, un luogo dove costruire una fortezza pentagonale ma terminata in una mirabile villa rinascimentale a cui lavorarono i più grandi artisti, architetti ed umanisti del ‘500. Prospettive, effetti visivi, linguaggi ermetici e simbolismi, un grande parco con incantevoli giardini all’italiana, sculture, fontane e giochi d’acqua.
Il Centro storico, o meglio l’antico borgo medievale, fu stravolto da una visione urbanistica, geometrica e prospettica, per far passare una spettacolare via dritta in salita ed affermare, grazie al dislivello della collina, il dislivello sociale tra il popolo ed il “signore”, il gran Cardinale Alessandro Farnese il giovane. Insomma, un cannocchiale prospettico per concentrare l’attenzione verso l’olimpo rappresentato dal Palazzo o Villa Pentagonale a formare il fondale di chiusura della via.
Quindi un complesso che è un vero capolavoro, una delle più importanti soluzioni europee, non per niente è arrivato ai primi posti tra i borghi più belli d’Italia e quindi, giustamente, lo abbiamo inserito tra i 10 borghi più belli della Tuscia.
Il borgo medievale è fatto di stradine, scale, sottopassi ed angoli suggestivi che meritano una visita.
Per maggiori informazioni consultate la pagina dedicata a Caprarola >>
Per visitare Caprarola puoi richiedere una visita guidata: www.guideviterbo.com
Vitorchiano, la città dei fedeli
Immaginate enormi ed altissimi massi di pietra lavica uniti ordinatamente gli uni agli altri, ed immaginate sopra un pittoresco borgo medievale costruito a picco sul baratro con piccoli blocchi della stessa pietra grigia… beh, quello è Vitorchiano, uno dei borghi medievali meglio mantenuti della Tuscia, forse anche del Lazio.
La caratteristica di Vitorchiano, come altri borghi della Tuscia costruiti a nord est, rispetto ai monti Cimini, è quella di essere costruito con pietra lavica di colore grigio, il famoso peperino, pietra più pregiata rispetto al tufo, usata prevalentemente per le mostre delle finestre, i grandi portali bugnati, le scale esterne, i camini monumentali.
Quando supererete l’antica porta che oltrepassa le mura di cinta dell’antico borgo, vedrete palazzi e case dello stesso identico colore, il grigio. Tutto è così ben mantenuto che sembra rimasto a 1000 anni fa, in pieno medioevo quando Vitorchiano subiva le angherie della potente Viterbo, al punto che per difendersi i vitorchianesi chiesero aiuto a Roma.
Roma difese Vitorchiano e gli abitanti le giurarono fedeltà, ecco perché i vitorchianesi vengono definiti i fedeli di Roma.
Camminando nell’antico borgo s’incontrano le antiche scale esterne, bellissime rampe in peperino grigio, a volte ricamate dall’abile mano dei famosi scalpellini. Bellissimi portali in ogni forma e stile.
Essendo un borgo arroccato, ha le case costruite proprio sul ciglio del burrone e quando si riesce a trovare un affaccio o uno squarcio panoramico si capisce quanto fosse indispensabile arroccarsi sui dirupi per difendersi dalle incursioni barbariche e dai nemici conquistatori. Dovevamo necessariamente inserire Vitorchiano tra i 10 borghi più belli della Tuscia, un borgo romantico, da visitare in ogni stagione dell’anno, anche in inverno quando per le vie del borgo si diffonde l’odore della legna bruciata che esce dai comignoli.
Per maggiori informazioni vai alla pagina su Vitorchiano >>
Viterbo, gioiello medievale, città di Santa Rosa
Poche città possono vantare una storia gloriosa come quella di Viterbo, dapprima città etrusca i cui resti sono visibili tra le ricostruzioni medievale che poggiano su basamenti di grandi blocchi squadrati.
Nel medioevo fu una città sempre divisa tra guelfi e ghibellini, tra papato ed impero, in particolare Federico I Barbarossa e soprattutto con Federico II che voleva a tutti costi sottomettere la città. Trovò una grande ed inimmaginabile resistenza incitata da una ragazza di nome Rosa che diffuse la fede nei viterbesi che respinsero l’invasore.
Quella Rosa divenne la famosa Santa Rosa, non certo per questo motivo, ma per fatti religiosi troppo lunghi da raccontare che la portarono alla sua canonizzazione. La piccola Santa Rosa è nella cultura dei viterbesi, nella loro storia, nella tradizione, insomma fa parte di loro e gode di una profonda devozione.
Ogni anno, il 3 settembre, sfila la famosa macchina di santa Rosa, un obelisco altro più di 30 metri portata a spalla da 100 facchini. Non vi sto a spiegare la commozione perché è ardua impresa, bisogna trovarsi lì, la sera del 3 settembre quando all’ordine del “sollevate e fermi”, la macchina viene sollevata dai facchini ed inizia a muoversi al passo cadenzato. Quando la si vede spuntare dai tetti, passare tra i vicoli stretti e bui è davvero una grande emozione.
Ma Viterbo è famosa anche per il suo quartiere medievale di San Pellegrino, uno dei più autentici e meglio conservati d’Europa, dove nel medioevo si rifugiarono i papi in fuga dalle rivolte interne di Roma… troppo pericolosa, mentre Viterbo, seppur bellicosa, offriva più sicurezza quindi divenne sede papale. A Viterbo, infatti, vennero eletti alcuni papi ma ci fu un momento in cui la nomina del nuovo Papa era condizionata da troppi interessi politici ed economici.
Tutti i cardinali papabili erano spaventati e se ne guardavano dall’essere nominati, alcuni addirittura si allontanarono spontaneamente per sfuggire alla nomina. Si creò così uno stallo che durò tre anni durante i quali non si riusciva ad eleggere il nuovo Papa. I viterbesi, stanchi da questa situazione, rinchiusero a chiave i cardinali, Clausi cum clav, per costringerli a votare e addirittura scoperchiarono una parte di tetto e finalmente il nuovo Papa venne eletto.
Viterbo è una bella città, elegante, ricca di storia, monumenti e musei, una bella gita fuori porta e perché no, per un week end in uno dei 10 borghi più belli della Tuscia
Per maggiori informazioni vai alla pagina dedicata alla città di Viterbo >>
Per visitare Viterbo puoi richiedere una visita guidata: www.guideviterbo.com
Soriano nel Cimino, la vedetta dei Cimini
Dal versante sud est – nord est lo si vede così in alto con il suo castello imponente, eppure non è così in alto sul livello del mare, circa 500 mt, ma tutto in torno è molto più basso e digrada verso il fiume Tevere che divide la Tuscia dall’Umbria.
Noi parliamo di Tuscia perché è un distintivo, un identificativo ma siamo in provincia di Viterbo.
Soriano è un borgo austero, circondato da secolari castagneti da cui la Sagra della Castagna che si celebra ogni anno in ottobre con rievocazioni storiche e degustazioni. Salendo la ripida collina alle spalle del borgo si raggiunge la montagna, oltre 1050 mt sul livello del mare dove si estende un patrimonio naturalistico eccezionale, la Faggeta dei Cimini, riconosciuta patrimonio UNESCO.
Il castello Orsini, costruito nel XIII sec. è un possente maniero, a volte visitabile anche internamente, e in queste occasioni su può salire sui camminamenti merlati… beh, una grande emozione, un panorama mozzafiato, dalla Toscana all’Umbria, fin oltre la capitale.
Il centro storico è fatto di stradine strette ed essendo un borgo arroccato di continui saliscendi… a noi possono sembrare fastidiosi ma un tempo non lontano, fino a un trentennio fa il borgo era ancora abitato intensamente e salire o scendere stradine e scale era una normalità.A Soriano si può andare in ogni periodo dell’anno, è sempre piacevole.
Per maggiori informazioni consultate la pagina di Soriano nel Cimino >>
Barbarano Romano, il borgo dei barbari
Tra i dieci borghi più belli della Tuscia non potevamo non inserire Barbarano, un borgo di tufo rosso costruito su un alto panettone di tufo rosso, così inaccessibile nel medioevo che fu conquistato dai barbari per farne un loro quartier generale, inattaccabile e inespugnabile.
A parte questo, Barbarano rientra tra i 10 borghi più belli della Tuscia per le sue caratteristiche urbanistiche e le semplici architetture, case in tufo rosso ricamate da inserti in peperino grigio, come le ripide scale esterni (i famosi profferli), i bei portali bugnati, i marcapiano dei palazzi nobili. E poi angoli davvero caratteristici che ci riportano indietro non tempo, in un tempo in cui non siamo mai stati ma chissà perché è comunque dentro di noi.
Passeggiando lungo la via principale che attraversa l’inter borgo, si arriva in un punto panoramico di una bellezza struggente, commovente. Ci si affaccia dalla punta di un altissimo sperone di tufo e davanti ai vostri occhi vedrete una valle in fondo ad altissime pareti di tufo rosso, una natura rigogliosa, fitta, quasi impenetrabile che fa pensare alla jungla che vediamo nei documentari.
Qui però non siamo nella jungla, ma nella Tuscia, la terra degli Etruschi dove una volta volteggiava e nidificava il capovaccaio, uno splendido avvoltoio oramai rarissimo.
Qui potete venirci i qualsiasi ora e in qualsiasi stagione, non ha importanza, sarà sempre una grande emozione ma se riuscite a venirci in autunno inoltrato, quando la luce del mattino illumina i valloni o nel pomeriggio quando il sole accende il tufo rosso, i colori autunnali delle foglie, giallo, rosso, verde, ocra mentre si affaccia un velo di bruma…
Per maggiori informazioni vai alla pagina dedicata a Barbarano Romano >>
Bolsena, regina del lago
Un borgo arroccato dominato dall’antico castello che controlla tutta la valle del lago, vicoli stretti, sali e scendi ed angoli caratteristici. Poi c’è l’atra pare di Bolsena che si estende ai piedi del borgo fino alle rive del lago.
E’ la parte riservata alle attività turistiche perché Bolsena è una destinazione molto ambita, in particolare per i paesi tedeschi e può offrire servizi di ogni genere ed attrazioni.
Qui sorgono viali alberati, aiuole fiorite, in particolare di grandi macchie di ortensie motivo per cui a Bolsena si organizza una festa dedicata a questo fiore.
Poi c’è la riva del lago, romantica, con spiagge, aree attrezzate per l’accoglienza, il porticciolo e ristoranti dove assaggiare le specialità di pesce di lago e anche di mare.
Tutto ben curato in ogni dettaglio in perfetto equilibrio tra l’attività turistica, quella agricola e la pesca che a Bolsena, come in quasi tutti i borghi intorno al lago, è ancora diffusa.
Inoltre Bolsena è famosa per il miracolo di S. Cristina, una ragazza che dedicò la sua vita al cristianesimo e all’aiuto di persone bisognose ma e per questo venne torturata incessantemente ma lei riuscì sempre a superare ogni vile tortura finché non le fu trafitto il cuore. Nella chiesa di S. Cristina, avvenne un miracolo nel 1264 durante la messa che un prete boemo stava celebrando.
Mentre spezzò l’ostia iniziò a sgorgare il sangue che bagno il pavimenti, il corporale ed alcune pietre. Da qui nasce il Corpus Domini, istituito da papa Urbano IV che per l’eccezionalità dell’evento accaduto diede anche ordine di far costruire il Duomo di Orvieto.
Ecco perché abbiamo inserito Bolsena tra i 10 borghi più belli della Tuscia.
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Civita Castellana, ager faliscus
Civita Castellana è una bella città, antica, con una storia ricca, circondata da un ambiente straordinario fatto di profondi burroni (le forre) ricoperti da fitta macchia mediterranea intervallata da pareti di fufo rosso, la pietra tipica locale.
Questa è la terra dell’antica civiltà dei Falisci, popolo con una cultura simile a quella degli Etruschi, ma con una propria identità. Questi vivevano in un area circoscritta tra Roma ed i monti Cimini, lungo la riva ovest del fiume Tevere.
I Falisci vennero annientati dalla furia dei Romani ma lasciarono numerosi insediamenti e vaste necropoli dove sono stati rinvenuti corredi funerari di inestimabile valori.
Molti reperti sono in parte custoditi al Museo di Villa Giulia a Roma e in parte, fortunatamente, nel Museo nazionale dell’Agro Falisco a Civita Castellana.
Il Museo è stato ospitato nella Rocca Borgia, la fortezza che papa Alessandro VI Borgia fece edificare per se e la sua famiglia. Ammirando i reperti falisci si può ammirare un bell’esempio di architettura militare realizzato dal Sangallo il vecchio e terminato dal nipote Antonio da Sangallo il giovane.
La visita a Civita Castellana deve comprendere anche il famoso duomo cosmatesco ed il suo meraviglioso portico medievale in marmo ed infiniti inserti a mosaico.
L’interno è stato più volte rimaneggiato ed è in stile barocco. Qui, durante un viaggio, si fermò Wolfgang Amadeus Mozart e suonò l’organo.
Da Civita Castellana si può ammirare il monte Soratte, monte magico che staglia isolato sulla grande piana di fronte a Civita Castellana, ovvero l’ager faliscus.
Civita Castellana è sicuramente uno dei 10 borghi più belli della Tuscia.
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Nepi e il castello Borgia
Questo si che è un borgo che incuriosisce, fuori dalle principali strade di comunicazione ma, comunque, conserva da sempre una certa importanza perché, come per Sutri, Nepi rappresentò per gli Etruschi un avamposto a tutela dell’Etruria.
Nepi conserva importanti testimonianze come i resti della Rocca Borgia, fatta costruire da papa Alessandro VI ad Antonio da Sangallo sul precedente castello. Qui visse per un periodo la figlia del Papa, una delle donne più note del rinascimento, Lucrezia Borgia.
Ora il castello è in rovina, ma ha subito una intervento di conservazione ed ora, quel che resta, viene usato per organizzare eventi e manifestazioni.
Quando si arriva a Nepi dalla parte nord ovest, si notano subito le possenti mura perimetrali nel punto più vulnerabile del borgo. Le costruirono i Farnese durante il breve periodo in cui tennero Nepi che era inserita nel ducato di Castro. I Farnese poi lo cedettero per costituire un nuovo Ducato, quello di Parma e Piacenza, molto più rappresentativo per il livello sociale ed economico raggiunto.
Camminando nel borgo si notano bei palazzi costruiti nel ‘500 con eleganti facciate e bei portali bugnati. Importante è il Palazzo comunale iniziato nel ‘500 ma terminato molto tempo dopo.
Come molti altri borghi arroccati, Nepi è su un lungo ed alto sperone di tufo che sembra la prua di una nave. Al di sotto, profonde forre ricoperte da lussureggiante vegetazione. Un ambiente molto suggestivo dove gli Etruschi costruirono insediamenti, necropoli e le famose tagliata, le strade scavate tra alti pareti di tufo.
Tra le cose da vedere, il Duomo, di epoca medievale ma rimaneggiato in stile barocco. Da non perdere le catacombe di Santa Savinilla.
Per maggiori informazioni vai alla pagina dedicata a Nepi >>
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